Possiamo accedere ai ricordi traumatici con meno dolore e disagio, permettendo comunque un’elaborazione efficace di ciò che abbiamo vissuto?
Oggi la risposta è si, grazie al dott. Phil Manfield che negli ultimi 15 anni ha messo a punto La Flash Technique (FT), una tecnica utilizzata per facilitare l’elaborazione e integrazione delle esperienze disturbanti o molto dolorose, sia passate che presenti.
La Flash Technique è stata inizialmente pensata e proposta come intervento integrativo nella fase di Preparazione del Protocollo Standard dell’EMDR.
Sempre più nell’esperienza clinica la FLASH TECHNIQUE si sta rivelando un intervento completo, in grado di favorire una riduzione della sintomatologia traumatica acuta e cronica, e di promuovere un’elaborazione efficace delle conseguenze in seguito alle esperienze traumatiche sul funzionamento psichico e relazionale dei pazienti.

Un ricordo positivo quando viene richiamato, si posiziona all’interno di uno dei comparti della nostra mente e viene modificato ogni volta che ci torna in mente, ciò è possibile perché subisce l’influenza degli stati emotivi, delle esperienze e del contesto in cui siamo calati.
A differenza del ricordo negativo/traumatico che rimane bloccato nei nostri circuiti neurali, perché il cervello lo ha “contrassegnato” come un ricordo importante per la sopravvivenza (e il nostro cervello è programmato per tenere traccia di questo genere di ricordi).
La caratteristica fondante della Flash Technique è la possibilità di elaborare ricordi molto disturbanti, riducendo l’intensità emotiva ad essi associata, senza la necessità di ripercorrere l’esperienza dolorosa in tutti i suoi aspetti più difficili e soverchianti.

Può essere utilizzata con qualsiasi paziente, senza distinzione di età, e consente un trattamento rapido ed efficace.
Una parte fondamentale del protocollo relativa all’accesso subliminale al ricordo traumatico, consiste nell’attivare aree del cervello deputate alla regolazione delle emozioni e al rinforzo positivo delle risorse presenti nel paziente.
La componente “flash”, il battito di ciglia, paragonato dallo stesso Manfield al passare rapidamente il dito sulla fiamma di una candela, senza che arrechi dolore, viene somministrata al paziente assieme alla stimolazione bilaterale tramite i movimenti oculari o il tapping.
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